Delegazione della Svizzera Italiana 
dell'Associazione Italiana di Cultura Classica  
INVITO
alla conferenza pubblica del Professore 
MarioVegetti 
dell'Università di Pavia 
ORDINE DEL DISCORSO E ORDINE DEL MONDO 
IN ARISTOTELE


 
Giovedì, 23  Aprile 2009, ore 18.00
Centro Elisarion Via Simen 3, Minusio     

 

Il principale compito filosofico che Aristotele si prefigge è quello di ricostruire una concezione del mondo unitaria, riparando le scissioni che Platone vi aveva introdotto (fra mondo delle idee e mondo dell'esperienza, fra scienza e opinione, fra anima e corpo, fra utopia e storia). L’unico mondo che esiste, secondo Aristotele, è quello che ci è rivelato dalla nostra esperienza, quello di cui parla il nostro linguaggio: si tratta di comprenderne strutture, processi, rapporti causali, ma non di trascenderlo e di evaderne alla ricerca di un mondo diverso, che si suppone eterno e perfetto. Una prima via per comprendere l’unità del mondo e il suo ordine ci è offerta dall’analisi del linguaggio, e in particolare del rapporto soggetto-predicato, che mostra come la realtà sia composta da sostanze (le cose che ci rivela l’esperienza sensibile) e dalle rispettive proprietà. A partire di qui, Aristotele può costruire un’enciclopedia filosofica che mostra l’ordine del mondo nelle sue partizioni e nei suoi processi. Questi processi possono venire interpretati grazie a potenti strumenti concettuali: una legge d’ordine (la coppia potenza-atto) e un principio di senso (la spiegazione finalistica). In questo modo Aristotele può mostrare come l’ordine e il senso, che Platone aveva creduto di dover cercare nel mondo ideale, contrapposto al disordine di quello empirico e naturale, siano invece presenti in quest’ultimo in tutte le sue parti, dal moto degli astri ai processi biologici fino alla natura inorganica. Anche la vita e la storia umane sono regolate dagli stessi principi, e manifestano lo stesso buon ordine che è proprio della natura; non è quindi necessario immaginare un rovesciamento utopistico dell’esistenza reale.

Mario Vegetti già professore ordinario di Storia della filosofia antica presso l’Università di Pavia, dal 2005 è professore emerito  presso la stessa Università. È socio dell’Accademia napoletana di scienze morali e dell’Istituto Lombardo - Accademia di scienze e lettere. Ha tradotto e commentato opere di Ippocrate e Galeno, e gli scritti biologici di Aristotele (nella collana dei Classici della scienza UTET, diretta da L. Geymonat). Ha diretto un’opera collettiva in tre volumi dal titolo Introduzione alle culture antiche (Boringhieri, Torino, 1992), Tra Edipo e Euclide (Il Saggiatore, Milano, 1983), L’etica degli antichi (Laterza, Roma, 1996), Guida alla lettura della “Repubblica” di Platone (Laterza, Roma, 1999), Quindici lezioni su Platone (Einaudi, Torino, 2003), Dialoghi con gli antichi (Academia Verlag, Sankt Augustin, 2007); ha tradotto e commentato la Repubblica di Platone, 7 voll. (Bibliopolis, Napoli, 1998-2007) [pubblicata presso la BUR, Milano, 2007].