Atene, Sparta, Bruxelles: una sola tirannide.

Alla fine del quinto secolo a.C. Atene perse una guerra trentennale contro Sparta, la quale impose agli ateniesi un governo filospartano composto di trenta persone che ancora oggi vengono denominate 'i trenta tiranni'. Fu un governo breve ma dispotico, violento e rapace, devastante per il tessuto sociale di Atene. L'esempio ci suggerisce che la volontà di cancellare la sovranità di un popolo ha radici antiche, non è un'invenzione del presente. Ciò che stupisce è che il presente ci riprovi come se non fosse esistita la storia e, guarda caso, il campo di azione è ancora una volta Atene. Al posto di Sparta troviamo la stimatissima UE, la cui guida è affidata a

tecnocrati, burocrati ed economisti di rispettabile curriculum e fama. Il pudore non è più una virtù e la richiesta della UE agli stati membri affinché cedano una parte della propria sovranità è ormai esplicita e si appresta a divenire un dogma indiscutibile (si vedano ad es. le dichiarazioni di Mario Monti su Repubblica del 15.7.2015). La famigerata Troika, estromessa da Atene con l'avvento di Tsipras/Varoufakis (25.1.2015) vi è ora rientrata, 24 ore dopo il netto NO (60% di ochi) del referendum (demo-pséfisma) popolare del 5 luglio scorso. In 24 ore Tsipras si è trasformato da vincitore del referendum a impotente esecutore della volontà filoteutonica della UE. Ha dovuto offrire la testa di Varoufakis, ma credo che le ali di Tsipras si siano ormai sciolte al sole estivo come quelle di Icaro. Non si rialzerà più, lo attende un futuro da esecutore dei dettami della Troika, la terna intenzionata a governare la Grecia per conto della UE. Tsipras non era eurocompatibile, lo è divenuto nel giro di 24 ore: solo lui e il suo ministro Tsakalotos sanno cosa sia avvenuto in quella sala nell'incontro con Merkel e Schäuble all'indomani del referendum greco. La metamorfosi improvvisa ed irreversibile di Tsipras è priva di una spiegazione, fino al punto da far dire al Guardian (12.7.2015) che nei confronti di Tsipras si è passati alla tortura (waterboarding, tortura dell'acqua praticata dalla CIA) mentale da parte di Tusk, Merkel, Hollande. In 24 ore sono passati anni luce dal nobile discorso tenuto da Tsipras a piazza Syntagma dopo la vittoria elettorale del 25.1.2015 (discorso improntato ai valori della dignità, della solidarietà ed all'apertura di una nuova era priva di memorandum), e dalla vittoria del no/ochi di 24 ore prima (5.7.2015). La lezione è molto chiara e ricorda, per una strana nemesi storica, la posizione dominante degli Ateniesi nel famoso dialogo con gli abitanti dell'isola di Melos, ricostruito dallo storico Tucidide. Gli abitanti di Melos chiedevano nel 416 a.C. autonomia e libertà nei confronti di Atene, a capo della lega delio-attica. Atene rispose in sostanza che i contenziosi li risolve la legge del più forte, e che anche Melos si sarebbe così comportata se ne avesse avuto la possibilità: furono massacrati tutti gli adulti maschi dell'isola, deportate le donne e i bambini.

La UE ha avuto buon gioco a far valere con la Grecia il tirannico diritto della forza, dispiegando un assedio in piena regola: banche greche chiuse per tre settimane, con conseguenti danni all'economia e al turismo, nella necessità urgente per Atene di procedere a rimborsare i soliti creditori, principalmente tedeschi. È come tagliare i rifornimenti di acqua ad un popolo nella stagione estiva. Non occorrono titoli da economista per capire che l'imposizione del raddoppio dell'Iva (nelle isole quasi triplica) provocherà ulteriori danni al turismo e causerà una generale riduzione dei consumi dei generi di prima necessità. In altri termini, la maggior parte delle economie domestiche greche (in particolare quelle urbane) non potrà reggere di fronte all'aumento dei prezzi, con le conseguenze che tutti possiamo immaginare: disgregazione del tessuto sociale, fame, degrado della qualità della vita. Solo un tirannico e vendicativo ricatto da parte della UE può spiegare il dietrofront di Tsipras, la sua accettazione di un memorandum più assurdo dei precedenti ed in contrasto con i principi elementari di libertà nei quali si riconosce il pensiero politico occidentale da almeno tre secoli. La carica simbolica di Tsipras, vero cruccio per la UE, è esaurita. Un altro Tsipras continuerà a governare finché gli sarà possibile, ma lo farà sotto tutela, senza la necessaria libertà. Ritorna la tirannide ad Atene, questa volta di marca europea e tedesca.

Le dominazioni che il popolo greco ha subito nel corso della storia sono sempre state accompagnate dalla depredazione dei beni culturali da parte dei dominatori. Ne sono ancora oggi testimoni le collezioni sparse in prestigiosi musei: British Museum, Louvre, Berlino e Monaco. Il nuovo memorandum imposto dalla UE prevede anche una privatizzazione dei beni culturali greci, ovviamente seguendo le disposizioni della Troika (si veda l'articolo di Y. Varoufakis su laRegione del 21.7.2015). C'è da sperare che le collezioni museali sopra menzionate non vadano ad arricchirsi ulteriormente di reperti greci, o che sull'acropoli di Atene non sventoli la bandiera di qualche banca, magari tedesca.

La crisi greca ha messo in luce la vera natura della UE: un'oligarchia della finanza, con scarsissima propensione per i valori della politica e della libertà degli stati membri. Odioso il tentativo di colpevolizzare e di screditare un intero popolo che, nonostante i pregiudizi ("le solite cicale"), lavora sodo e cerca di fronteggiare la crisi (anche quella dei profughi) con un'ammirevole solidarietà interna: basta andare in Grecia e frequentare i greci per rendersene conto, abbandonando una volta tanto comodi salotti e ampi schermi televisivi.

È probabile che la seconda guerra mondiale non sia mai veramente terminata, almeno finché i loro protagonisti non abbiano concluso il processo di presa di coscienza della follia che li ha pervasi. Può essere di aiuto in questo processo una lucida analisi di C.G. Jung, Dopo la catastrofe (1945), dove si afferma: «Se quest'ultimo (cioè il tedesco) desidera vivere in armonia con l'Europa, dovrebbe esser consapevole del fatto che, agli occhi dell'europeo, egli è colpevole. In quanto tedesco ha tradito la civiltà europea e i suoi valori, ha gettato il disonore sulla sua famiglia, tanto che si deve ormai arrossire a sentirsi chiamare europei, è piombato sui suoi fratelli come un uccello da preda, e li ha torturati e uccisi». La coesistenza fra i popoli e le culture, la vera forza dell'euro dipendono innanzitutto da questa presa di coscienza. L'Europa delle culture, Grecia compresa, può fornire in questo ambito un valido supporto alla Germania.

Benedino Gemelli - Presidente Associazione Italiana di Cultura Classica Delegazione della Svizzera Italiana