La Delegazione della Svizzera Italiana dell’Associazione Italiana di Cultura Classica

in collaborazione con il

Liceo cantonale di Lugano 1

 

INVITA  alla conferenza pubblica

del prof. Nicola Pace

dell’Università degli Studi di Milano

 

Momenti cruciali del dibattito sull’autenticità

della Cena di Trimalchione di Petronio nel Seicento

 

Giovedì 26 febbraio 2015, ore 18.00

Liceo cantonale di Lugano 1

Viale Cattaneo 4


Cena Trimalchionis sito

Scena di banchetto (affresco – Pompei – I sec. d. C.)

 

Il frammento più ampio e più interessante del Satyricon di Petronio, che contiene la cena di Trimalchione, fu rinvenuto verso il 1645 nella città di Traù in Dalmazia, e pubblicato molti anni dopo, nel 1664, a Padova. Già l'ampio lasso di tempo intercorso tra la scoperta e la pubblicazione ci dà idea delle molte difficoltà che ebbe il promotore della pubblicazione, lo storico dalmata Giovanni Lucio, a far comprendere l'autenticità e l'importanza del nuovo testo.

Soprattutto a Padova l'insigne cattedratico Ottavio Ferrari si oppose con forza, anche se non pubblicamente, alla pubblicazione e, negli anni successivi, scrisse in privato a molti tra i classicisti più ragguardevoli d'Europa contro l'autenticità della Cena. Il dibattito sull'autenticità del frammento si spostò, negli anni 1665-1668, a Parigi e qui si accese, tra i più grandi eruditi e letterati del tempo, una controversia che coinvolse anche un politico e militare del rango del Grand Condé.

La polemica si estese anche a grandi eruditi olandesi e tedeschi. Il celebre latinista di Leida Johann Friedrich Gronovius sostenne che la Cena era una falsificazione infelice da parte di un erudito del Seicento, mentre il tedesco Johann Scheffer, che lavorava all'università di Uppsala, era convinto dell'autenticità del nuovo testo.

Nell'estate del 1668, il manoscritto traurino venne finalmente mostrato pubblicamente a Roma: i dotti che lo videro si accorsero che era stato scritto nel XV secolo e non poteva essere dunque una falsificazione recente. Questa notizia attraversò l'Europa, ma i più accaniti sostenitori della falsificazione, come il Wagenseil, il de Valois, e il Gronovius, continuarono a rimanere della loro idea.

 

Nicola Pace si è laureato sotto la guida di Alberto Grilli in Filologia greco-latina nel 1985 all’Università degli Studi di Milano, discutendo una tesi sulla traduzione di Rufino del De principiis di Origene. Nel 1993 ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca, con una tesi sulla poetica di Filodemo di Gadara.

Docente di materie letterarie, latino e greco nei Licei Ginnasi Statali di Milano e provincia, dal 1993 ricercatore universitario in Filologia classica, è dal 2005 professore associato nella stessa disciplina presso l’Università degli Studi di Milano.

Nell'attività di ricerca, ha portato avanti lo studio sulle traduzioni dal greco al latino, sia nell'ambito patristico che in quello umanistico. Ha poi approfondito il lavoro, iniziato durante il dottorato di ricerca, sui testi di poetica epicurea che si trovano nei papiri ercolanesi; come riconoscimento dei risultati conseguiti in questo campo, nel 1997 gli è stato conferito l'VIII Premio Internazionale "Theodor Mommsen" e V Premio di Papirologia Ercolanese dal Gruppo Archeologico Flegreo. Si è quindi occupato di lessicografia greca, con particolare interesse per l'inedito Lexicon Ambrosianum, un lessico bizantino che risulta essere una delle fonti principali per la Suda (la più importante enciclopedia bizantina).

Sta studiando la controversia sorta nel XVII secolo sull'autenticità del frammento della Cena Trimalchionis di Petronio trovato in Dalmazia. Contemporaneamente sta approntando un commento al primo libro delle Odi di Orazio e pubblicando le postille inedite dell'umanista del Cinquecento Marc-Antoine Muret contenute nel suo esemplare del commento di Denys Lambin alle opere di Orazio.

Dal 2012 è esperto di latino e greco presso il Liceo cantonale di Lugano 1.

 

Con il contributo finanziario del Cantone Ticino 
derivante dal Sussidio federale
per la promozione della cultura italiana.