Ciclo «I modi dell’ispirazione profetica e della divinazione nel mondo antico»
(secondo appuntamento)
Associazione Italiana di Cultura Classica - Delegazione della Svizzera Italiana
Biblioteca cantonale di Bellinzona
INVITO
alla conferenza sul tema
CONDERE URBEM
FONDARE LA CITTÀ
Disciplina etrusca e riti di fondazione
del Professor Gianluca De Sanctis
(Università degli studi della Tuscia di Viterbo)
GIOVEDÌ 15 OTTOBRE 2020, ORE 18.30
Biblioteca cantonale di Bellinzona
Posti limitati: mascherina obbligatoria.
Possibilità di prenotazione scrivendo a
La fondazione della città nell’Italia antica era un atto eminentemente religioso che prevedeva la consultazione della volontà divina e, dunque, un complesso di pratiche divinatorie. Secondo una parte della tradizione, Roma e tutte le città definibili come urbes erano state fondate secondo un protocollo rituale di matrice etrusca i cui passaggi fondamentali sono stati riassunti da Plutarco nella Vita di Romolo. Si trattava di una serie di prescrizioni che gli ecisti e i loro tecnici potevano trovare descritti nei libri Rituali, di cui conosciamo il contenuto grazie ad un lemma di Festo. All’origine di queste conoscenze vi sarebbe stata una rivelazione divina. Si raccontava infatti che a Tarconte, il futuro fondatore di Tarquina, mentre tirava l’aratro, fosse comparsa, emergendo dal terreno, una creatura di nome Tages, la quale avrebbe rivelato all’uomo, che si sarebbe affrettato a trascriverli, i fondamenti dell’etrusca disciplina. Da questo lavoro di trascrizione sarebbero nati i libri Tagetici, comprendenti, oltre ai Rituali, anche gli Aruspicini e i Fulgurali, dedicati rispettivamente all’interpretazione delle viscere degli animali sacrificati e a quella dei fulmini. Tuttavia, a fronte di queste testimonianze a favore dell’etruscità dei riti di fondazione, confermate almeno in parte dalla documentazione archeologica, vi è una serie di indizi, che suggeriscono invece di leggere nella sintassi rituale che accompagna la nascita di una città romana una pluralità di contributi, dove i confini tra ciò che è "etrusco", "latino" o "italico" tendono a sfumare e a sovrapporsi.
Gianluca De Sanctis
Dottore di ricerca in "Antropologia del mondo antico. Modelli, permanenze e trasformazioni" presso l’Università degli Studi di Siena, ha studiato a Parigi presso il Centre de Recherches comparées sur les Sociétés Anciennes e il Laboratoire de Anthropologie sociale. Attualmente insegna Storia Romana presso l’Università degli Studi della Tuscia e collabora con il Centro di Antropologia del Mondo Antico (centro AMA) dell'Università degli Studi di Siena, diretto da Maurizio Bettini. Partecipa a diversi progetti di ricerca, nazionali e internazionali, è membro del comitato editoriale de I Quaderni del Ramo d'Oro on-line e di Vichiana. Rassegna internazionale di studi filologici e storici, e socio della CUSGR (Consulta Universitaria per la Storia Greca e Romana) e della SISR (Società Italiana di Storia delle Religioni). Autore di diversi saggi dedicati alla storia e alla cultura romana, oltre alle monografie La religione a Roma, Carocci, 2012, e La logica del confine. Per un’antropologia dello spazio nel mondo romano, Carocci, 2015, ha in preparazione: Roma. La fondazione della città, Salerno, 2020. Tra le pubblicazioni più recenti si segnalano: Space, in M. Bettini e W. Short (eds.), The World through Roman Eyes: Anthropological Approaches to the Ancient World, Cambridge University Press, 2018, pp. 249-274, e Virginia e le XII Tavole, in A. McClintock (a cura di), Storia mitica del diritto romano, il Mulino, 2020, pp. 171-214.
Immagine:
Statuetta di aruspice, IV sec. a.C., dalla riva destra del Tevere, Roma, Musei Vaticani.
Con il sostegno della Repubblica e Cantone Ticino / Aiuto federale per la lingua e la cultura italiana.