L'Associazione Italiana di Cultura Classica in collaborazione con il invita alla conferenza BALENE O MOSTRI MARINI DALL’ANTICHITÀ AL RINASCIMENTO
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Fra i vari animali mitologici che il mondo antico ci ha tramandato, probabilmente da epoche ancora più remote, troviamo la balena o mostro marino analogo, sul quale peraltro esistono racconti dello stesso tipo nelle tradizioni folcloriche di tutto il mondo. Di grandezza smisurata, si presenta come mostro inghiottitore o come pesce-isola, pronto a trascinare nell’abisso gli incauti naviganti. Alcuni miti (come quello di Perseo e Andromeda) vedono un eroe combattere vittoriosamente contro il mostro per salvare una fanciulla destinata al sacrificio. Altre volte il mostro inghiottitore può ingerire vive le proprie vittime, per poi rigettarle, spontaneamente (come nella storia biblica di Giona), o in seguito a una lotta dell’eroe al suo interno: la vicenda assume allora il significato simbolico di morte e rinascita. Fra le innumerevoli varianti del mito, quella del mostro inghiottitore è svolta con ampiezza di dettagli solo nelle Storie vere di Luciano di Samosata (resoconto di un viaggio fantastico oltre le Colonne d’Ercole, fino alla luna, agli abissi – nel ventre della balena –, alle Isole dei Beati), dove la stessa balena-mondo ospita altre stirpi mostruose. La tradizione cristiana sviluppa anche il motivo della balena-isola, che ritroviamo nel Fisiologo greco (e nelle sue numerose traduzioni e rielaborazioni tardo-antiche e medievali), nonché nella Navigatio Sancti Brendani Abbatis, come simbolo degli ingannevoli allettamenti del mondo o del demonio. Nel Rinascimento, epoca di grandi esplorazioni marittime e di scoperta di nuovi continenti, i motivi del combattimento dell’eroe contro il mostro marino o del suo inghiottimento vengono rilanciati nelle avventure fantastiche dei romanzi cavallereschi (l’esempio più eminente è nelle riprese ariostesche) soprattutto grazie alla diffusione delle traduzioni delle Storie vere di Luciano a partire dalla fine del Quattrocento, assumendo però spesso il significato morale della tradizione cristiana.
Mariantonietta Acocella si è laureata in Lettere all’Università di Pavia con una tesi in Filologia medievale e umanistica, ed ha conseguito il Dottorato in Lettere all’Università di Losanna. Insegna al Liceo di Lugano 1. Ha pubblicato la monografia L’«Asino d’oro» nel Rinascimento. Dai volgarizzamenti alle raffigurazioni pittoriche (Ravenna, Longo, 2001), l’edizione critica commentata del Timone di Matteo Maria Boiardo (Novara, Interlinea, 2009), il volume La fortuna di Luciano nel Rinascimento. Il volgarizzamento del manoscritto Vaticano Chigiano L.VI.215. Edizione critica dei volgarizzamenti delle «Storie vere», Milano, LED, 2016, nonché vari contributi sulla letteratura del Quattro-Cinquecento (alcuni relativi alla ricerca in corso Cavalieri nell’Abisso. Il mito della balena nei romanzi cavallereschi del primo Cinquecento).
Con il sostegno della Repubblica e Cantone Ticino / Aiuto federale per la lingua e la cultura italiana