Biblioteca Cantonale di Lugano
in collaborazione con la
Associazione Italiana di Cultura Classica Delegazione della Svizzera Italiana
INVITO
alla lezione pubblica del
Prof. Dott. Luca Mondin
La Musa sobria:
un elemento di poetica tardoantica.
Sala Tami, Biblioteca Cantonale di Lugano
Fin dalla lirica arcaica la poesia greca, in parte per l'ancoraggio alla sfera cultuale dionisiaca, in parte per la sua collocazione entro la ritualità sociale del simposio, ha eletto il vino e l'ebbrezza come fonti privilegiate, se non indispensabili, dell'ispirazione; di qui, in epoca ellenistica, la topica contrapposizione tra i poeti bevitori di vino, animati da un autentico afflato creativo, e gli scrittori 'hydropotai', bevitori d'acqua, astemi versificatori da tavolino, che l'assenza di genio compositivo costringe a una poesia soltanto libresca, dotta e forbita sì, ma altrettanto fredda. Nella tarda latinità, a partire almeno dal IV sec. d. C., le mutate condizioni politiche e le conseguenti trasformazioni culturali sottopongono la funzione letteraria del vino a una drastica revisione, di fatto a un vero e proprio rovesciamento di segno, anche nell'ambito rimasto fin qui intatto della poesia epigrammatica e generalmente 'leggera'. Le mutate coordinate ideologiche, il predominio culturale del cristianesimo, che sostituisce la millenaria morale mondana con una visione nettamente sbilanciata verso l'ultramondano, sanciscono il divorzio tra Bacco e le Muse.
Luca Mondin si è laureato presso l'Università Ca' Foscari di Venezia nel 1985 sotto la guida del prof. Dante Nardo; nel 1992 ha conseguito il dottorato di ricerca in Filologia e letteratura greca e latina presso l'Università degli Studi di Torino; nel 1994, dopo alcuni anni di insegnamento nel Liceo Classico di Mestre, è stato assunto presso l'Università di Venezia come ricercatore e quindi, dal 2001, come professore associato di Lingua e letteratura latina. Le sue ricerche si sono rivolte principalmente alla critica testuale e all'esegesi di poesia latina classica e tardoantica, a problemi di tradizione manoscritta e all'intertestualità letteraria antica.
Monografie: Decimo Magno Ausonio, "Epistole", Introduzione, testo critico e commento (1995) e L'ode I 4 di Orazio tra modelli e struttura (1997). Tra gli studi più recenti: La misura epigrammatica nella tarda latinità, in: A.M. Morelli (cur.), Epigramma longum. Da Marziale alla tarda antichità/From Martial to Late Antiquity. Atti del Convegno internazionale, Cassino, 29-31 maggio 2006, II, Cassino 2008, 397-494; Appunti per una critica (inter)testuale della poesia latina, in: Poesia latina, nuova E–filologia. Opportunità per l'editore e per l'interprete. Atti del Convegno internazionale, Perugia, 13-15 settembre 2007, Roma 2009, 73-105.
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