Liceo di Bellinzona
Delegazione della Svizzera Italiana
dell'Associazione Italiana di Cultura Classica

 

INVITO
alla lezione pubblica del Dottor

 

Cristiano Castelletti
dell'Università di Neuchâtel
 
LUMINA DRACONIS
Draghi e magie nelle Argonautiche di Valerio Flacco

 

Giovedì, 30 settembre 2010 - ore 18.00
Liceo Cantonale di Bellinzona, Aula multimediale

 

 

La leggenda degli Argonauti si inserisce tra i miti più antichi e radicati sia nel mondo greco che in quello romano. Già Omero dichiarava che ai suoi tempi la nave Argo era universalmente conosciuta, e gli eroi che dalla Grecia si imbarcarono alla volta della Colchide, per riportare in patria il vello d'oro, appartengono proprio alla generazione anteriore a quella di coloro che combatterono sotto le mura di Troia. Il mito argonautico è stato celebrato nei secoli attraverso numerose opere letterarie, ma poche sono giunte fino a noi. La più famosa è quella del poeta alessandrino Apollonio Rodio, che scrisse in greco le Argonautiche, in quattro libri, conservati per intero. Nel primo secolo dopo Cristo, sotto la dinastia Flavia, il poeta Valerio Flacco compose in latino le Argonautiche, di cui ci sono giunti 8 libri, l'ultimo dei quali soltanto a metà. Poco o nulla si sa di questo poeta, dimenticato quasi subito dai contemporanei e snobbato dalla critica moderna fino ad epoca recente, quando una serie di studi e contributi di rilievo ha finalmente ridato all'arte di Valerio tutto il credito che essa merita. Nella conferenza verrà analizzato un episodio chiave della vicenda argonautica, quello della conquista del vello da parte di Giasone, portata a termine grazie all'aiuto delle arti magiche di Medea, la quale addormenta il drago custode dell'aurea pelle. La magia di cui si tratterà non è soltanto quella ben nota di Medea, ma anche (e soprattutto) quella con cui il poeta ha costruito e arricchito la propria opera, giocando e dialogando a distanza con le fonti (principalmente Apollonio e Virgilio) e con tutta la tradizione letteraria e iconografica precedente, arrivando a scomodare addirittura le stelle del firmamento, le quali, come ogni tanto accade anche alle parole, magicamente appaiono e scompaiono all'interno del poema.

 

Cristiano Castelletti ha conseguito la laurea e il dottorato in filologia classica presso l'Università di Friborgo, dove ha insegnato lingue classiche e storia antica in qualità di assistente. Borsista del Fondo Nazionale Svizzero, è stato visiting scholar a Padova, Dublino, Parigi, Freiburg im Breisgau, Cambridge (UK) e Irvine (USA). Come archeologo ha partecipato a diverse campagne di scavo, in Italia (Massa Marittima e Pompei) e in Grecia (Argo), e ha organizzato e diretto diverse giornate di studio, tra cui "Gli Etruschi" e "L'Egitto antico", presso la Biblioteca Cantonale di Locarno. Come giornalista ha lavorato per diversi anni alla Radiotelevisione Svizzera di lingua Italiana (RSI), per la quale ha creato e condotto rubriche legate all'arte e al mondo antico, come "Attico vista Olimpo", "Musaico", "S.M.S.P.Q.R.", accanto a programmi come "Ladilaradio". E' membro di diverse associazioni culturali e dal 2003 è nel comitato dell'AICC, delegazione della Svizzera Italiana. Attualmente è Chargé d'Enseignement presso la cattedra di filologia classica dell'Università di Neuchâtel.
E' autore di diverse pubblicazioni, fra cui: Porfirio, Sullo Stige, Bompiani, 2006; "Fonti citate, raccolte e tradotte", in C. Krause, Villa Jovis, Electa, Napoli, 2006, pp. 301-309; "Riflessioni sugli acrostici di Valerio Flacco", Giornale Italiano di Filologia, 60 (2008), p. 219-234; "A Greek acrostic in Valerius Flaccus (Arg. 3.430-434)", Mnemosyne, 2010 [in corso di stampa]. A breve sarà terminata la sua edizione commentata del libro VIII delle Argonautiche di Valerio Flacco.