Liceo di Bellinzona

Delegazione della Svizzera Italiana

dell'Associazione Italiana di Cultura Classica

 

INVITO

 

alla lezione pubblica della Professoressa

Luciana Repici

dell'Università di Torino

 

Le piante hanno anima?

Il De plantis pseudo-aristotelico

e la tradizione antica.

 

Martedì, 26 maggio 2009 - ore 18.00

Liceo Cantonale di Bellinzona, Aula multimediale

 

 

L'opera Sulle piante (De plantis) in due libri è un trattato trasmesso sotto il nome di Aristotele e accolto nel corpus delle sue opere, ma sulla sua inautenticità possono esserci pochi dubbi; la sua paternità è oggi concordemente attribuita a Nicola di Damasco, un peripatetico del I sec. a.C. Nella redazione attuale essa risale all'epoca medievale  (la maggior parte dei manoscritti si collocano nel XV sec.) ed è la retroversione greca di autore anonimo di un testo di cui è scomparsa la versione greca originale e che è noto solo grazie a traduzioni in ebraico, siriaco e arabo e ad una successiva traduzione latina, compiuta dal francescano Alfredo di Sareshel nella seconda metà del XII sec. sulla base del testo arabo.

I molti rimaneggiamenti subiti hanno deteriorato lo stato del testo, rendendolo anche in più punti di scarsa intelligibilità. L'importanza dell'opera resta tuttavia considerevole come documento delle concezioni botaniche attribuite in epoca medievale ad Aristotele, che dell'opera era ritenuto autore, e delle modalità con cui era conosciuta una disciplina come la botanica che, nata nell'alveo della concezione aristotelica della scienza, sembrava non aver avuto seguito fuori dalla scuola peripatetica.

La questione dell'animazione delle piante è una delle parti meglio conservate dell'opera e tra le più interessanti. L'indagine mira a stabilire in che misura le piante siano esseri viventi, per quali proprietà si distinguano dagli animali e quale posto occupino nella gerarchia complessiva degli enti di natura, ma sono anche affrontate questioni quali la possibilità di attribuire ad esse l'attività respiratoria o la differenziazione sessuale. Si tratta di aspetti di botanica 'filosofica' impostati e risolti da Aristotele nei suoi scritti autentici conservati e qui indagati con metodo tipicamente aristotelico, procedendo cioè all'esame delle teorie degli antichi predecessori (Empedocle, Anassagora, Democrito, lo stesso Platone) e costruendo le risposte muovendo dialetticamente dalla confutazione di quelle teorie. Si può perciò comprendere l'entusiasmo che pervase i contemporanei quando un'opera 'di Aristotele' fino ad allora sconosciuta al mondo occidentale venne finalmente scoperta e resa fruibile.

 

Luciana Repici è professoressa ordinaria di Storia della filosofia antica nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Torino. I suoi campi d'indagine si concentrano in particolare sulla logica e la teoria delle argomentazioni e sulla filosofia della natura sia nel pensiero di Aristotele e dei principali esponenti della sua scuola, Teofrasto di Ereso e Stratone di Lampsaco, sia nelle maggiori correnti dell'età ellenistica, stoici, epicurei e scettici. Speciale attenzione ha dedicato agli sviluppi delle dottrine logiche da Aristotele al primo ellenismo, all'uso degli strumenti argomentativi in contesti scientifici e dialettici e ad aspetti della filosofia della natura quali l'anima, la concezione dei sogni, la divinazione, la teleologia. In questa prospettiva ha studiato anche il costituirsi della botanica come scienza all'interno della scuola aristotelica e la sua diffusione in età ellenistica, le sue relazioni con il pensiero medico e i suoi risvolti socio-antropologici. Ha iniziato a sviluppare indagini sulla fortuna delle concezioni botaniche di Aristotele e Teofrasto nell'età medievale e rinascimentale.

Oltre a numerosi saggi e articoli, ha pubblicato i volumi La logica di Teofrasto. Studio critico e raccolta dei frammenti e delle testimonianze, Il Mulino, Bologna 1977; La natura e l'anima. Saggi su Stratone di Lampsaco, Tirrenia Stampatori, Torino 1988; Uomini capovolti. Le piante nel pensiero dei Greci, Laterza, Roma-Bari 2000; Aristotele, Il sonno e i sogni. Il sonno e la veglia, I sogni, La divinazione durante il sonno, (traduzione, introduzione e note), Marsilio, Venezia 2003.