Sin dal 2006 la Delegazione della Svizzera Italiana dell'A.I.C.C. conferisce annualmente il premio intestato alla memoria di FERNANDO ZAPPA agli studenti dei licei del Canton Ticino che alla maturità conseguono i migliori risultati in latino e in greco.

Fernando Zappa, nato nel 1920 e deceduto nel 1999, per molti anni è stato insegnante di latino al Liceo cantonale di Lugano ed esperto di latino nelle scuole ticinesi (ginnasio e scuola media); egli è pure stato membro attivo della Delegazione della Svizzera Italiana dell'A.I.C.C. nei primi anni della sua esistenza.

Per gentile concessione dell'autore, riportiamo qui di seguito un intervento del Prof. Diego Erba (già Direttore della Divisione Scuola del Dipartimento dell'educazione della cultura e dello sport del Canton Ticino) in cui viene ricordata la figura di Fernando Zappa quale uomo di scuola e di cultura.


Ricordo del Prof. Fernando Zappa pronunciato dal Prof. Diego Erba
nel corso di una cerimonia privata (Rivera, 2019)

A Fernando Zappa

Fernando ZappaUna persona della cultura imprestata alla scuola. Così potrei riassumere l’operato di Fernando Zappa che nel suo percorso scolastico sempre ha posto al centro dei suoi interessi la persona, la cultura, l’amor di Paese. Il suo vissuto si snoda dal Mendrisiotto, dove nasce a Meride nel 1920, per poi proseguire la formazione a Chiasso e a Lugano, prima di iscriversi all’Università di Friburgo. Allievo di Arcari e di Contini, Fernando conseguirà nel 1945 il dottorato in lettere classiche e italiano con una tesi sulla parola «ARS» nella lingua latina e greca e sulla parola italiana «ARTE» con i suoi derivati e composti. Di rientro in Ticino, e per quasi quarant’anni, assume compiti d’insegnamento nei ginnasi, alla Scuola cantonale di commercio, alla Magistrale di Locarno e al Liceo di Lugano. Dal 1965 al 1985 ricopre l’incarico di esperto di latino e greco dapprima nei ginnasi cantonali, poi nella scuola media.

Di Fernando Zappa ho due ricordi distinti e diversi nel tempo. Il primo risale al periodo in cui, studente alla Magistrale, negli anni caldi della contestazione studentesca lo vedevo passeggiare sotto i portici della scuola accompagnato dall’immancabile sigaretta e sempre in discussione con colleghi e studentesse. Tutti noi sapevamo che quel professore era il papà di Marco, nostro compagno di classe, e per questo motivo la sua presenza non passava inosservata. Non l’ho avuto come docente, anche perché lui insegnava alla Sezione B della Magistrale, cioè la sezione che formava le docenti delle case dei bambini, ora scuole dell’infanzia. Periodi caldi alla Magistrale d’allora, e anche per Fernando Zappa quelli non furono di certo né momenti facili né tranquilli. Tirato in ballo da un’allieva per un episodio avvenuto in classe, seppe difendersi con maestria e in modo puntiglioso. Già allora, infatti, questo era il suo modo di essere e di fare: preciso, documentato, pronto a prendere la penna per descrivere fatti, avvenimenti, circostanze. Lo fece ad esempio – lui che sempre fu un profondo difensore delle nostre istituzioni – quando si rivolse a un noto politico luganese con una lettera aperta sul Giornale del Popolo. In quella circostanza Zappa fece il contro pelo – come si direbbe ora – al politico che aveva criticato in modo superficiale – e forse anche per motivi di parte - la decisione del DPE (Dipartimento della pubblica educazione) di esperire una verifica sull’operato di alcuni docenti di pedagogia, mettendo pure in dubbio l’autorevolezza degli estensori del rapporto finale, tutti docenti universitari.

Il secondo ricordo risale invece al mio arrivo al DPE nel 1976. Anche quelli indubbiamente furono anni difficili per il Dipartimento, alle prese con la contestazione studentesca, la disoccupazione magistrale, uno statuto del docente poco confacente e, soprattutto, l’incessante richiesta di elaborare una nuova legge della scuola. Fui coinvolto da Sergio Caratti, allora direttore della Sezione pedagogica, in quell’impresa e mi ritrovai a stretto contato con Fernando Zappa, che il buon Sergio aveva designato quale segretario della Commissione preposta all’elaborazione della cosiddetta Legge-quadro. Non so se Fernando si trovasse veramente a suo agio in quella Commissione, spesso alle prese con confronti e dibattiti accesi, soprattutto da parte di alcuni tenori della cultura e della scuola come lo furono i compianti Romano Broggini e Antonio Spadafora. A Fernando spettava non solo il compito di redigere il verbale – sempre accurato e preciso – ma anche quello di calmare gli animi, di ridurre le tensioni, di riportare calma e tranquillità nei lavori commissionali. Lo sapeva fare con tatto, eleganza, spesso accompagnando il suo dire con accenti d’ilarità e con l’immancabile proposta risolutiva di una pausa per fumare una sigaretta. Alla ripresa dei lavori tornava il sereno, come spesso capita dopo una tempesta. Accanto a questi episodi – che mi permisero di conoscere meglio uomini e cose della nostra scuola – con Fernando mi ritrovai spesso a discutere di educazione, di programmi scolastici, di scuola media e della sua funzione di esperto fino all’avvenuto pensionamento nel 1985. Un dato qui deve essere ricordato. Fernando fu fra i redattori dei nuovi programmi di latino per la scuola media. Una materia impegnativa, scelta soprattutto da allievi con spiccate doti cognitive. Spesso mi parlava della sua incertezza per l’inserimento di determinati argomenti nei nuovi programmi. Si chiedeva pure se i docenti avrebbero gradito i nuovi approcci e, soprattutto, se gli allievi avrebbero compreso ciò che era loro richiesto. Che cosa fare? Detto fatto, mi propose di autorizzarlo a insegnare alcune ore di latino nella scuola media. Lui, docente liceale con numerose esperienze in ambito culturale e formativo, per alcuni anni si confrontò quindi direttamente con gli allievi tredicenni per cogliere dal vivo i loro interessi e le loro difficoltà, per verificare se quanto prescritto dai programmi fosse fattibile per il docente.

Elaborò pure un corso di “civiltà romana” rivolto alla seconda media, ne stese il programma, raccolse i materiali necessari e lo sperimentò personalmente in due scuole medie. Purtroppo quel corso di civiltà romana fu poi “sacrificato” per delle esigenze poste dall’insegnamento di altre lingue.

Fernando era fatto così. In tutti gli incarichi attribuiti, in tutti i libri scritti, in ogni cosa che faceva, non poteva venir meno alla verifica, al rigore metodologico, alla precisione. Era una sua dote, era lo spirito di servizio che l’ha accompagnato fino all’ultimo.

Molte altre cose potrei qui ricordare di Fernando Zappa nella e per la scuola. Mi limito dunque a rammentare in conclusione il suo qualificante apporto dato alla manualistica scolastica. Infatti, fra i tanti meriti di Fernando – spesso definito un vero «tessitore paziente» - vi è pure quello di aver proposto alle scuole ticinesi, nel 1954, un'antologia di poeti contemporanei, redatta con l’abituale impegno e certosina meticolosità. Vi figuravano Cardarelli, Ungaretti, Montale, Quasimodo, Luzi, Sereni e molti altri. A ogni autore Zappa dedicò una parte biografica, un commento e delle note. I testi furono pubblicati mensilmente nella rivista magistrale «Risveglio», che ne curò poi la stampa con il titolo “Antologia di poeti contemporanei”.

Con caparbietà Zappa si è battuto contro la tendenza di ieri e di oggi che allontana gli allievi dalle lingue classiche e dagli studi umanistici. Note e apprezzate erano le sue conferenze pubbliche nel Cantone a sostegno di questi temi, come pure numerosi sono stati gli incontri tenuti nei Corsi per adulti dal titolo “Il latino serve ancora?” L’intento dell’oratore era ovviamente quello di illustrare ai partecipanti – in particolare ai genitori dei figli che frequentavano le scuole medie – gli aspetti culturali, psicologici e pedagogici di questa materia d’insegnamento. Si potrebbe quindi affermare che Zappa fu una sorta di apostolo della lingua latina e oggi, a cinquant’anni di distanza, l’interrogativo posto rimane sempre attuale: il latino serve ancora? Del suo amore per questa disciplina e per la scuola non si può dunque tacere e all’avvio della nuova scuola media si adoperò per rinnovare metodi e obiettivi della materia, per incoraggiare i docenti a far capo ai testi originali e ad applicare il metodo induttivo-deduttivo, graduato cioè secondo l’età degli allievi, e a utilizzare testi e frasi brevi. Auspicò pure un dialogo continuo con gli altri docenti per favorire un approccio interdisciplinare.

Zappa difese strenuamente il latino anche nel saggio “Latino e scuola comune”, pubblicato a Lucerna nel 1964. Anni dopo – nel 1980 - a sostegno della presenza del latino nella scuola media curò la formazione dei docenti e pubblicò con alcuni colleghi “Iuxta Cineris montem”, un manuale di grammatica per la III e IV media. Come dire, in altre parole, un latino ambientato nella regione del Monte Ceneri. Ritroviamo nel titolo del manuale l’anima più vera di Fernando Zappa, lui che ha percorso il Ticino dal Mendrisiotto, al Locarnese, per poi risiedere stabilmente a Rivera, nelle Terre della Carvina.

Può forse far sorridere questo sforzo di trapiantare la lingua latina e la cultura classica accasandola su questo monte che spesso ci separa. Qualcuno ritrovò nella scelta del titolo un po’ d’ingenuità. Mi si conceda comunque di dire che se così fosse stato, quella fu solo l’ingenuità spontanea ed entusiasta di Fernando. Per gli studenti allestì pure un vocabolarietto latino-italiano e italiano- latino. Fu quest’ultimo sforzo una sorta di ciliegina sulla torta per completare l’opera di promozione del latino nelle nostre scuole.

Altri diranno dell’apporto dato da Zappa alla produzione letteraria di questo Cantone. A me spetta rammentare che Fernando non scrisse solo per i docenti e per le persone interessate a conoscere il “Ticino della povera gente”. Pochi forse sapranno di due fascicoli scritti per gli allievi delle nostre scuole nelle Edizioni svizzere della Gioventù. Eccoli qui, ricuperati dai fondi librari, i due testi di Fernando Zappa. Uno porta il titolo “Avventura su Marte” , con disegni di Pietro Salati, ed è stato scritto per gli allievi dai 10 anni in poi, l’altro s’intitola “L’era atomica” e contiene precise notizie scientifiche e rappresenta una preziosa guida nel campo della fisica nucleare. Non mi è noto quale fosse l’interesse dell’autore per questi argomenti, quel che so invece - per averli letti - è il costante rigore che traspare da questi racconti degli anni sessanta. Nel primo libretto si coglie anche l’emozione e l’attaccamento dell’autore al nostro Paese nel momento in cui Marco – il protagonista - infilza la bandiera svizzera su Marte, nel secondo testo solida è invece l’impostazione didattica nell’esporre un argomento arduo, con tanto di appendice per spiegare agli allievi i termini scientifici utilizzati.

Fernando Zappa, oltre all’amore per il latino e alla dedizione alla scuola, è stato attivo in numerosi ambiti di questo Paese: ha collaborato alla RSI, ad associazioni, a riviste e giornali con articoli di critica, recensioni e racconti. Ha pubblicato libri. Apparteneva a quel gruppo di docenti / intellettuali pronti a profilarsi, a prendere posizione sui diversi temi, ad alimentare il dibattito culturale e politico del Cantone. Merce rara – purtroppo - di questi tempi.

Ma soprattutto Fernando era una persona vicina al Ticino della “povera alla gente”. Amava intensamente sia le lingue classiche sia il nostro Cantone e a entrambi ha dedicato le sue forze migliori. Concepiva la cultura in primo luogo come patrimonio per tutti e riteneva di dover porre la sua al servizio del Paese. Persona affabile, discreta, determinata, mai faceva trapelare la sua superiorità nei confronti di chi gli stava di fronte. Segno questo di rispetto, ma anche di grande umiltà. Lo ricordo per le sue battute di spirito, per la generosità e per la volontà che lo accompagnavano, ma lo ricordo anche per la grande fiducia che sempre riponeva nella vita. Una vita che oggi non c’è più, ma quella di Fernando è sicuramente una vita da ricordare, come bene hanno voluto fare oggi i suoi famigliari che, con affetto, gli sono stati vicini.

Diego Erba

Rivera 3 ottobre 2019